Il quadro del pluralismo dell’informazione in Italia rimane critico, senza miglioramenti rispetto agli anni passati, e presenta un rischio medio-alto secondo il Monitoraggio sul pluralismo dei media nell’Unione Europea relativo al 2024. I risultati sono stati presentati in Senato, dove la presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, ha lanciato un allarme sul blocco dei lavori parlamentari e sulla proposta di riforma della Rai.
Floridia ha denunciato l’immobilismo della Vigilanza Rai, ferma da un anno, e annunciato di voler convocare comunque l’assemblea dell’azienda pubblica “assumendosene la responsabilità”. Ha inoltre criticato il testo di riforma della governance Rai avanzato dalla maggioranza, definendolo in contrasto con lo European Media Freedom Act (EMFA), il regolamento Ue in vigore dall’agosto scorso. “Prevede la maggioranza semplice per le nomine del Cda, che finirebbe così nelle mani della maggioranza di governo, e introduce la possibilità di modificare l’importo del canone, in violazione del principio di stabilità delle risorse”, ha spiegato.
Il report Ue evidenzia diverse criticità:
- Politicizzazione della Rai: le nomine dei vertici seguono logiche di equilibrio politico, influenzando la linea editoriale con tendenza a non criticare il governo e a dare più spazio alla maggioranza.
- Influenza politica sul settore privato: pur scomparso Silvio Berlusconi, la famiglia continua a controllare Fininvest e a sostenere Forza Italia, mentre molti parlamentari detengono interessi incrociati tra media e politica.
- Giudiziarizzazione del giornalismo: l’Italia registra un alto numero di cause contro giornalisti e attivisti, fenomeno in aumento.
- Precarietà dei giornalisti: il reddito medio annuo dei freelance è di circa 16.000 euro lordi, con peggioramento delle condizioni lavorative, minacce e carenze nella tutela delle fonti.
Giulio Vigevani, relatore del report, ha definito la proposta di riforma Rai “una riforma di facciata”, insufficiente e a rischio di contenzioso europeo. Il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, ha chiesto l’intervento urgente della Commissione Ue: “La legge italiana è incompatibile con le norme europee su governance e finanziamento”.







