Meloni e Schlein sullo stesso volo per Lamezia. La Russa punge: “Nel centrosinistra anche topi e formiche”
ROMA – Un’ora e dieci di volo, fianco a fianco ma su fronti opposti. Giorgia Meloni ed Elly Schlein si sono ritrovate sullo stesso aereo da Roma a Lamezia Terme, in compagnia di altri leader di centrodestra e centrosinistra – ad eccezione di Matteo Salvini, partito da Milano – tutti diretti in Calabria per lanciare la volata ai propri candidati regionali.
A bordo, la premier ha approfittato per riposarsi, mentre con la segretaria del Partito Democratico ci sarebbe stato un rapido scambio di battute, anche in merito al dossier Flotilla, con la promessa di aggiornamenti. Dopo l’atterraggio, le delegazioni si sono divise: Meloni, Antonio Tajani e gli alleati sono rimasti in città, mentre Schlein, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni si sono diretti in piazze diverse per proseguire la campagna.
Il clima politico resta teso dopo il voto nelle Marche, che ha visto la riconferma del meloniano Francesco Acquaroli e una nuova sconfitta per il centrosinistra. Lì ha votato solo la metà degli oltre 1,3 milioni di elettori. In Calabria, dove nel 2021 l’astensione superò il 55%, la sfida di domenica 5 e lunedì 6 ottobre è tra il governatore uscente Roberto Occhiuto (Forza Italia) e Pasquale Tridico, europarlamentare M5S e padre del Reddito di cittadinanza, sostenuto dal cosiddetto “campo largo”.
“Chi mette in discussione il campo largo dopo le Marche evidentemente non vedeva l’ora di litigare,” ha commentato Matteo Renzi, “ma mi pare che non lo stia facendo nessuno.”
A lanciare una stoccata al centrosinistra è stato invece Ignazio La Russa, presidente del Senato, che ha ironizzato sulla sconfitta progressista:
“Erano tutti insieme, tutti. Anche i topi si erano aggiunti da una parte e dall’altra. E le formiche.”
Slitta ancora il vertice di centrodestra
La trasferta calabrese non è stata l’occasione per il vertice di maggioranza, ipotizzato inizialmente in un hotel di Lamezia. L’incontro tra i leader del centrodestra è rinviato di almeno qualche giorno, con Meloni attesa giovedì al rientro dal vertice europeo di Copenaghen, in tempo per il Consiglio dei ministri che alle 19 dovrebbe varare il Documento programmatico di finanza pubblica.
Intanto, la partita delle Regionali 2025 entra nel vivo, con cinque regioni al voto e circa 18 milioni di elettori coinvolti. In tre di queste – Veneto, Campania e Puglia – il centrodestra non ha ancora ufficializzato i candidati. In Veneto sembra in vantaggio il leghista Alberto Stefani, anche se La Russa ha smentito possibili “baratti” con la Lombardia:
“Non sarà uno scambio fra Fratelli d’Italia e Lega. Giorgia Meloni punta a mantenere compatta la coalizione.”
Nel frattempo, a Milano si discute della candidatura per le Amministrative. La Russa apre anche a un nome civico “famoso e con capacità di governo”, come proposto da Forza Italia per attrarre i voti centristi. Gli azzurri insistono su questa formula anche in Campania e Puglia, puntando sull’area moderata ed ex democristiana. Ma in Campania, la strategia si scontra con le perplessità di FdI e con la presenza ingombrante di Vincenzo De Luca, che taglia corto:
“Le mosse del centrodestra? Cabaret. Con quello che abbiamo fatto, è difficile perdere.”
Nel frattempo, suo figlio Piero De Luca è stato eletto segretario regionale del Pd in Campania, unico candidato, con circa la metà dei 14.000 iscritti al voto.
