La notte scorsa Leopoli, nel cuore dell’Ucraina occidentale, ha subito quello che viene descritto come “il peggior attacco dall’inizio dell’invasione”. Nonostante la città fosse stata raramente colpita da droni e missili russi, questa volta le forze di Mosca hanno devastato edifici, distrutto infrastrutture energetiche cruciali e causato morti e feriti. L’attacco ha preso di mira anche un treno che trasportava 110 attivisti italiani, di ritorno da una missione di solidarietà a Kharkiv, con il Movimento Europeo di Azione Non Violenta (MEAN).
I pacifisti, tra cui molteplici associazioni italiane, erano diretti verso il confine polacco quando il treno si è fermato a Leopoli. Qui, hanno assistito in diretta a una tempesta di morte e distruzione: esplosioni, incendi e il cielo illuminato a giorno dai colpi di artiglieria e dei droni russi. Nonostante la paura, tutti i passeggeri sono rimasti illesi e sono stati assistiti dalle ambasciate italiane a Kiev e Varsavia, nonché dalle autorità ucraine. “Abbiamo provato quello che milioni di ucraini vivono ogni giorno”, ha raccontato Angelo Moretti, presidente del MEAN.
Le vittime e l’impatto sugli ucraini
L’attacco ha causato la morte di una famiglia di quattro persone, tra cui un’adolescente, e ha colpito duramente le infrastrutture energetiche, essenziali con l’inverno alle porte. Il bombardamento ha interrotto l’approvvigionamento elettrico per oltre 110.000 utenti in diverse regioni, e ha spinto la Polonia a alzare i suoi jet per proteggere il proprio spazio aereo. La città di Leopoli, dove i residenti sono stati costretti a rifugiarsi, è stata colpita da 78 droni e 12 missili.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha condannato con forza l’attacco, accusando l’Occidente di non aver risposto con sufficiente fermezza alle provocazioni di Mosca. “Putin agisce così perché non ha ricevuto una risposta adeguata”, ha dichiarato Zelensky, chiedendo agli Stati Uniti e all’Unione Europea di intensificare le misure contro la Russia per fermare l’aggressione.
L’appello a USA e UE
“Non possiamo affrontare un inverno con questa situazione”, ha aggiunto il presidente ucraino, facendo appello per azioni concrete da parte degli alleati internazionali. Oltre 50 missili e circa 500 droni sono stati lanciati durante la notte, prendendo di mira non solo Leopoli, ma anche altre città come Ivano-Frankivsk, Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Kherson, Odessa, Kirovohrad e Zaporizhzhia. I bombardamenti hanno provocato almeno 18 feriti.
Nel frattempo, l’escalation dei conflitti ha avuto effetti anche al di fuori dei confini ucraini. Sabato scorso, la chiusura temporanea dello scalo di Vilnius è stata causata dalla presenza di palloni aerostatici che sono poi stati ricondotti al contrabbando di sigarette dalla Bielorussia.
La risposta della diplomazia
Nonostante le dichiarazioni di Zelensky, la diplomazia internazionale appare in stallo. Le relazioni tra la Russia e gli Stati Uniti restano tese, con il presidente americano Joe Biden deluso dalle azioni di Putin ma aperto ad alcune trattative, come l’estensione dell’accordo sul controllo delle armi nucleari. Tuttavia, Putin ha avvertito che una decisione di fornire missili Tomahawk all’Ucraina potrebbe compromettere definitivamente le relazioni tra le due potenze.
La situazione continua a evolversi, con l’Europa e gli Stati Uniti sotto pressione per prendere decisioni decisive, mentre la guerra in Ucraina entra nel suo quarto anno, con milioni di civili costretti a vivere nell’incubo quotidiano dei bombardamenti.
