Maria Pia Montemitro, una 34enne di San Severo (Foggia), è in sciopero della fame da quattro giorni per sollecitare il consolato italiano a Gerusalemme a concedere al più presto il visto per motivi familiari al marito, un palestinese di 25 anni, attualmente bloccato nella Striscia di Gaza. La giovane donna chiede di poter riunirsi con lui in Italia, dove risiede.
Maria Pia e il marito, di cui l’identità è mantenuta riservata, si sono conosciuti a marzo di quest’anno tramite gruppi religiosi islamici sui social e si sono sposati per procura l’8 maggio con rito islamico presso la moschea di Bari. Nonostante l’ordinanza del Tribunale di Roma, che il 12 agosto ha disposto il rilascio del visto per motivi familiari, la procedura burocratica continua a rimanere in stallo.
“Io e mio marito ci amiamo e vogliamo costruire una vita insieme, ma lui sta vivendo un incubo a Gaza”, ha dichiarato Maria Pia, visibilmente provata. “Ha perso la sua casa a causa dei bombardamenti oltre un anno fa. Ora vive in una tenda, con il resto della sua famiglia, tra cui minori, e la situazione è devastante. Ogni sera mi preoccupo se ha mangiato, se ha accesso a acqua pulita. Ho paura ogni giorno che possa trovarsi nelle liste dei martiri”.
Maria Pia, che ha deciso di intraprendere lo sciopero della fame come forma di protesta, continua: “Il mio desiderio è che la situazione venga risolta il più rapidamente possibile. Voglio che mio marito possa arrivare in Italia e, una volta qui, il nostro matrimonio verrà trascritto presso il comune di San Severo, affinché abbia validità anche in Italia”.
L’avvocata Marina Angiuli, legale della donna e membro dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), ha sottolineato che la decisione del Tribunale di Roma del 12 agosto impone al consolato italiano di rilasciare il visto. Tuttavia, nonostante il parere favorevole della giustizia, la burocrazia sembra rallentare ulteriormente il ricongiungimento.
La situazione di Maria Pia e suo marito evidenzia le difficoltà che molte persone devono affrontare per ottenere il ricongiungimento familiare in situazioni di emergenza. La giovane donna ha fatto un appello a tutte le istituzioni affinché intervengano prontamente, mentre continua il suo sciopero nella speranza di un intervento che permetta a lei e al marito di ricongiungersi finalmente.







