Giorgetti: “Modifiche solo se quadrano i conti”. Nuova tensione tra Lega e Forza Italia
Le banche devono contribuire al bene del Paese. È questa, in sintesi, la linea di Giorgia Meloni sulla manovra economica. La premier difende la scelta di chiedere un contributo agli istituti di credito, ribadendo che si tratta di un gesto di equità.
«Se su 44 miliardi di profitti nel 2025 le banche ne mettono a disposizione cinque per aiutare le fasce più deboli, credo che possiamo essere soddisfatti noi e, in fin dei conti, anche loro», afferma Meloni nel nuovo libro di Bruno Vespa.
Il messaggio è chiaro: l’intesa raggiunta in maggioranza non va rimessa in discussione. Anche perché, come trapela da Palazzo Chigi, le tensioni quotidiane tra Lega e Forza Italia non sono viste di buon occhio dalla premier.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il viceministro Maurizio Leo confermano che eventuali modifiche sono possibili, ma solo a una condizione: devono essere “coperte”.
«Si può intervenire su affitti brevi o dividendi – avrebbe detto Giorgetti – purché ci sia la quadratura dei conti e siano rispettati gli obiettivi generali della manovra».
Un asse solido, dunque, tra Meloni e Giorgetti. Ma le tensioni nella maggioranza restano, soprattutto sul tema del contributo delle banche. La Lega chiede di aumentarlo, mentre Forza Italia fa muro.
«L’accordo è chiuso, non si cambia», avverte il vicepremier Antonio Tajani, ribadito anche dal capogruppo azzurro Paolo Barelli: «Non voteremo norme che alterano gli accordi presi».
Affitti brevi e dividendi, nuovi fronti caldi
Oltre alle banche, la manovra divide anche sulla cedolare secca per gli affitti brevi, che il governo intende portare al 26%. Su questo punto, Lega e Forza Italia sono schierate insieme contro l’aumento.
«È sensato il 26% sugli affitti brevi, come per gli investimenti», difende però Leo, sottolineando che si tratta di una misura dal valore limitato, “solo 100 milioni”.
Non si esclude che in Senato possano essere introdotti correttivi, anche per favorire gli affitti a lungo termine.
«Proponiamo di abbassare dal 21% al 15% l’aliquota per chi affitta a lungo», ha spiegato Maurizio Lupi (Noi Moderati).
Altro tema aperto è quello della tassazione sui dividendi. Anche qui il governo non chiude a possibili modifiche.
«Il Parlamento è sovrano e il testo è migliorabile», ha riconosciuto Leo.
Il pressing di Confindustria e le critiche dell’opposizione
Sul tavolo delle discussioni si inserisce anche Confindustria. Il presidente Emanuele Orsini chiede di rivedere alcune misure, tra cui il credito d’imposta per i nuovi investimenti e la tassazione dei dividendi:
«Non vediamo gli 8 miliardi promessi in manovra, ma stiamo dialogando e credo che si debba trovare una sintesi tra sistema bancario e governo».
Le opposizioni, intanto, restano all’attacco.
«Volano gli stracci sulle banche mentre si investe sulle armi», accusa il leader M5S Giuseppe Conte.
Anche la segretaria del Pd Elly Schlein insiste sulle priorità sociali: «Bisogna intervenire su salari e sanità», tema su cui è arrivato anche un richiamo dal presidente Sergio Mattarella.







