La segretaria dem ai riformisti: “Con me il Pd è passato dal 14% al 24%”
Elly Schlein tende la mano a Giuseppe Conte e rilancia il progetto di una coalizione progressista. Dopo la riconferma del leader del Movimento 5 Stelle, la segretaria del Partito Democratico propone di costruire un’alleanza “non chiusa nelle stanze”, ma “insieme al Paese”.
«Conte ha detto che l’alleanza si costruisce su un programma progressista e coerente, e io sono d’accordo. Dal giorno dopo le regionali costruiamo questo programma progressista, con il Paese», ha dichiarato Schlein, aprendo di fatto a un percorso comune tra Pd e M5S.
Un’intesa ancora tutta da definire, anche perché – come ha ammesso la stessa Schlein – la coalizione costruita finora ha ottenuto risultati alterni alle urne.
«A volte si vince, a volte si perde», ha detto, rivendicando però i progressi del Pd: «Dopo le prime tre regionali, il Partito Democratico in voti assoluti ha preso più consensi di Fratelli d’Italia».
Una crescita che, tuttavia, non ha dissipato le tensioni con il Movimento 5 Stelle, dove non mancano malumori per il ruolo da “forza minore” rispetto ai dem all’interno delle alleanze territoriali.
Sul piano della politica estera, restano poi nodi da sciogliere, in particolare sull’Ucraina.
«Troveremo la sintesi e l’accordo anche su questo, come abbiamo fatto sul riconoscimento della Palestina», ha spiegato Schlein. «Ci sono differenze su come supportare l’Ucraina, ma siamo tutti d’accordo che serve uno sforzo politico e diplomatico dell’Unione Europea».
La leader dem si definisce “testardamente unitaria”, ma deve fare i conti anche con le tensioni interne al partito. In queste settimane l’area riformista si è riunita attorno alla nuova corrente “Crescere!”, di cui fa parte anche la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno.
Quest’ultima ha escluso l’ipotesi di candidarsi contro Schlein, ma ha lanciato un messaggio chiaro:
«Vogliamo ritrovare il Pd che abbiamo fondato, coraggiosamente riformista».
Schlein, però, difende la propria linea e i risultati raggiunti.
«Quando sono diventata segretaria, il Pd era dato al 14%, sotto i 5 Stelle. Siamo tornati tra la gente, davanti alle fabbriche e agli ospedali, e siamo arrivati al 24%», ha ricordato.
E poi la stoccata:
«Se qualcuno ha nostalgia del periodo in cui il Partito Democratico governava con un pezzo della destra, quel tempo è finito».







