I consulenti: “Vista dall’esterno era un modellino, ma priva di empatia. Nessuna malattia mentale”
“Fredda, glaciale, come se fosse guidata da un computer che segue un disegno preciso e coerente, per quanto difficile da comprendere”. Così il professor Domenico Berardi, consulente psichiatrico della Procura di Parma, ha descritto Chiara Petrolini, la 22enne imputata del duplice omicidio premeditato dei suoi figli neonati, morti e sepolti nel giardino di casa a un anno e mezzo di distanza l’uno dall’altro.
In aula, davanti alla Corte d’Assise di Parma, Berardi e il collega Mario Amore hanno tracciato il profilo psicologico della giovane, parlando di una personalità “ambivalente” e “iperadattata”, ma senza riscontrare alcun disturbo psichiatrico tale da comprometterne la capacità di intendere e di volere.
“Non ha un disturbo psichiatrico chiaramente documentabile né un disturbo di personalità”, ha precisato Amore.
“Formalmente ineccepibile, ma povera interiormente”
Secondo i consulenti, Chiara Petrolini appariva all’esterno come “un modellino”: una ragazza corretta, affidabile, baby sitter e catechista. “Formalmente ineccepibile”, l’ha definita Berardi. Ma dietro questa immagine si nascondeva una giovane donna “con scarsa empatia, povera interiormente ed emotivamente”, incapace di instaurare relazioni profonde con amici, familiari o con l’ex fidanzato Samuel Granelli, padre dei bambini.
“In lei non c’era nulla di vivo – ha aggiunto Amore –. Le uniche cose davvero ‘vive’ erano il rapporto con la nonna e le gravidanze, che hanno rappresentato una svolta nel suo mondo emotivo”.
Le gravidanze “come fonte di felicità e potere”
Secondo la ricostruzione dei periti, le due gravidanze di Chiara, tenute nascoste a tutti, hanno rappresentato per lei un momento di felicità autentica. “Finalmente Chiara esperisce una prima, vera emozione positiva: si sente diversa, superiore, potente”, ha spiegato Berardi, riportando le parole con cui la giovane descriveva il proprio stato: ‘Guardavo le altre, ma sentivo qualcosa di mio. Nessuno ci deve mettere becco’.
Un sentimento che, secondo il consulente, si è trasformato in una sorta di “dominio onnipotente”:
“È come se pensasse al bambino che portava in grembo: tu non ti puoi permettere di nascere”.
La seconda gravidanza, ha aggiunto Berardi, “è stata voluta”, come una ripetizione di quell’esperienza che l’aveva resa per la prima volta felice. Tuttavia, “Chiara non considerava il parto, non pensava al dopo, a cosa sarebbe successo una volta che il bambino fosse nato”.
In attesa della perizia della Corte
La Corte ha disposto una perizia psichiatrica affidata a due esperte indipendenti, affiancate dai consulenti delle parti. L’esito, atteso entro la fine dell’anno, dovrà stabilire in via definitiva se Chiara Petrolini fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti.
