Il ministro per le Autonomie Roberto Calderoli ha firmato oggi le prime pre-intese sull’Autonomia con le Regioni Veneto e Lombardia. Gli accordi riguardano quattro materie: protezione civile, professioni, previdenza integrativa e sanità.
La prima firma è avvenuta a Palazzo Balbi a Venezia, sede della Regione Veneto, insieme al presidente Luca Zaia. Nel pomeriggio Calderoli ha siglato un’intesa analoga con il governatore lombardo Attilio Fontana, al Palazzo Lombardia di Milano.
Zaia: “Firma storica, è l’inizio di un modello replicabile”
Il presidente veneto ha definito l’accordo “storico”, sottolineando che non si tratta solo di un trasferimento di competenze su quattro ambiti, ma del primo passo verso un modello destinato a essere ampliato fino alle 23 materie previste dalla Costituzione.
Zaia ha ricordato il percorso avviato nel 2017 con il referendum consultivo: “Siamo partiti dal deserto totale. Abbiamo costruito tutto: referendum, legge, battaglie in Corte costituzionale. Oggi portiamo a casa un risultato unico”.
Sulla sanità, una delle materie più rilevanti della pre-intesa, Zaia ha evidenziato che il Veneto potrebbe ottenere 300 milioni di euro di margini di manovra, grazie alla gestione dei residui del settore. Risorse che la Regione vorrebbe indirizzare verso un’integrazione più stretta tra servizi sanitari e sociali.
Il governatore ha inoltre ricordato la grave carenza di personale medico: “In Italia mancano 50mila medici, 3.500 solo in Veneto. Nel 2024 abbiamo bandito 476 posti ma ne abbiamo coperti appena 176: una tragedia”.
Calderoli: “Entro la legislatura voglio chiudere le quattro intese e definire i Lep”
Il ministro ha ribadito l’obiettivo di arrivare, entro la fine della legislatura, all’approvazione definitiva delle intese sulle quattro materie e alla definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), sia per il federalismo simmetrico sia per quello asimmetrico.
Calderoli si è detto convinto che anche altre Regioni, comprese quelle del Centro-Sud, potrebbero aderire al progetto dopo aver letto i testi delle pre-intese: “La buona amministrazione va premiata. Ho parlato anche con il presidente Occhiuto, che sta lavorando per far uscire la Calabria dal commissariamento sanitario”.
Sulle critiche alle tempistiche, il ministro ha ricordato le pre-intese firmate dal governo Gentiloni nel 2018 “a pochi giorni dalle elezioni politiche”: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
L’iter: Conferenza unificata e Parlamento
Dopo la firma, Calderoli dovrà redigere lo schema di intesa preliminare, che approderà in Consiglio dei ministri alla presenza dei presidenti di Regione. Successivamente il documento passerà alla Conferenza unificata, che avrà 60 giorni per esprimere un parere, e al Parlamento, che ne avrà 90.
Una volta recepiti i pareri, sarà predisposto il testo definitivo, che dovrà essere votato dalle Regioni e poi trasformato in disegno di legge da sottoporre nuovamente al Parlamento.
Meloni: “Percorso in linea con la legge e con la Costituzione”
A sostenere la firma delle pre-intese è arrivata anche una lettera della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, letta da Calderoli prima dell’intesa con il Veneto.
La premier ha espresso “soddisfazione” per l’avanzamento dei negoziati avviati dalle Regioni Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, e ha autorizzato formalmente il ministro a procedere alla firma degli accordi preliminari.
La reazione politica
Sui social, la Lega ha celebrato l’iniziativa parlando di “un passo decisivo per modernizzare tutte le Regioni d’Italia”, attaccando le opposizioni: “Basta scuse della sinistra per non fare mai niente”.







