La madre si avvale della facoltà di non rispondere al giudice
La bara bianca al centro del Duomo di Muggia, con sopra la foto del piccolo Giovanni Trame sorridente, racchiude tutto il dolore di una comunità sconvolta. È il giorno dell’addio al bambino di 9 anni, ucciso il 12 novembre durante un incontro non protetto con la madre, Olena Stasiuk, disposto dal Tribunale civile di Trieste.
Il padre Paolo si avvicina alla bara e la bacia due volte. Attorno, amici e compagni di gioco depongono fiori bianchi con nastri azzurri. Accanto alla foto del piccolo ci sono una maglia da calcio, un pallone e altri oggetti che raccontano la sua passione per lo sport e la sua vivacità.
Muggia ha proclamato il lutto cittadino. Il Duomo è gremito, molte persone restano fuori ad ascoltare la funzione tramite gli altoparlanti. In prima fila siede il padre di Giovanni; dall’altra parte le autorità istituzionali, tra cui il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il sindaco di Muggia Paolo Polidori e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza.
La madre non è presente: si trova in ospedale, piantonata dalle forze dell’ordine, dopo l’ordinanza di custodia cautelare. Nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
“La reazione più spontanea è stata il silenzio”, dice nell’omelia il parroco di Muggia, don Andrea Destrardi. “Come un pugno nello stomaco che ti lascia senza fiato. Ma il silenzio, se non viene abitato, diventa un abisso senza speranza”. Il sacerdote invita la comunità a “stare accanto a chi vive difficoltà”, ricordando che il male “non si spiega, si combatte”.
C’è spazio anche per un pensiero rivolto alla madre: “Il Signore è in quell’abisso, perché nessuno rimanga solo, neanche Olena”, afferma don Destrardi. Poi il ringraziamento al padre Paolo: “In questi giorni nessuno ha sentito da te parole di violenza o vendetta”.
Il parroco ricorda anche il piccolo Elia, ucciso nel Salento pochi giorni dopo Giovanni: “Li immaginiamo in paradiso, insieme a giocare”.
All’uscita del feretro, un lungo applauso accompagna il corteo funebre. Paolo cammina davanti a tutti, stringendo la foto di suo figlio.







