Il velivolo era decollato da Ankara ed era diretto a Tripoli. Cause ancora da chiarire, aperta un’inchiesta
Un jet privato con a bordo una delegazione militare libica, guidata dal capo di Stato maggiore dell’esercito di Tripoli Mohammed Ali Ahmed Al-Haddad, è precipitato in Turchia poco dopo il decollo da Ankara. Nell’incidente hanno perso la vita tutte le cinque persone a bordo.
Il velivolo, diretto a Tripoli, ha perso i contatti radio circa 42 minuti dopo la partenza dall’aeroporto di Ankara Esenboga, avvenuta alle 20.10 ora locale. A darne notizia è stato il ministro dell’Interno turco, Ali Yerlikaya, che ha successivamente confermato il ritrovamento dei rottami su una collina a circa due chilometri a sud del villaggio di Kesikkavak, nel distretto di Haymana.
Alle operazioni di ricerca hanno preso parte la gendarmeria, le forze armate e diverse squadre di soccorso dei ministeri dell’Interno e dei Trasporti. Il premier del governo di Tripoli, Abdul Hamid Dbeibah, ha confermato la morte del generale Al-Haddad, parlando di un “incidente aereo” avvenuto mentre rientrava dalla Turchia.
La richiesta di emergenza e l’inchiesta
Secondo le prime ricostruzioni, poco prima dello schianto il jet – un Falcon – avrebbe inviato una richiesta di atterraggio di emergenza mentre sorvolava l’area di Haymana. Subito dopo, i contatti si sono interrotti. Alcune emittenti televisive turche hanno diffuso immagini che mostrerebbero un improvviso bagliore nel cielo nella zona in cui il velivolo avrebbe emesso l’ultimo segnale.
Al momento non ci sono ipotesi ufficiali sulle cause dell’incidente. La procura generale di Ankara ha aperto un’inchiesta per chiarire quanto accaduto. Secondo quanto riportato da Cnn Turk, il pilota avrebbe segnalato un problema tecnico, forse di natura elettrica, e avrebbe tentato di rientrare all’aeroporto di partenza.
La missione in Turchia
Il ministero della Difesa turco ha riferito che il generale Al-Haddad si trovava in Turchia per una visita ufficiale, durante la quale aveva incontrato il ministro della Difesa Yasar Guler e il capo di Stato maggiore turco Selcuk Bayraktaroglu, insieme ad altri alti comandanti militari.
La Turchia mantiene rapporti stretti con il governo di Tripoli, al quale fornisce sostegno politico, economico e militare. L’incidente rappresenta un duro colpo per la leadership militare libica e apre interrogativi sulle circostanze che hanno portato alla tragedia.






