Gli Stati Uniti hanno condotto nella notte di Natale raid militari in Nigeria contro obiettivi riconducibili all’Isis. L’operazione, ordinata dal presidente Donald Trump dopo mesi di avvertimenti a Abuja, è stata presentata come una risposta alle violenze contro le comunità cristiane nel Paese.
Secondo quanto riferito da fonti statunitensi, l’attacco è stato effettuato con il lancio di una decina di missili Tomahawk da una nave americana nel Golfo di Guinea. I missili hanno colpito due campi di militanti nello Stato di Sokoto, nel nord-ovest della Nigeria, al confine con il Niger, area in cui opera una branca dell’Isis nota come “Stato islamico del Sahel”.
L’operazione sarebbe stata condotta con il consenso del governo nigeriano, al termine di oltre un mese di attività di intelligence per individuare i bersagli. Dal Pentagono fanno sapere che i gruppi colpiti erano stati avvertiti e che l’azione rappresenta un messaggio chiaro contro il terrorismo.
I raid arrivano dopo le ripetute denunce di gruppi evangelici e di esponenti repubblicani statunitensi sulle violenze contro i cristiani in Nigeria. Tuttavia, i dati sul numero delle vittime restano controversi: alcune organizzazioni locali parlano di decine di migliaia di morti, ma le cifre non sono unanimemente confermate e gli analisti restano divisi.
La situazione nel Paese è da anni estremamente complessa. L’insurrezione armata ha provocato migliaia di vittime tra cristiani e musulmani, soprattutto nel nord-est, dove operano gruppi come Boko Haram. Nel nord-ovest, invece, la violenza è spesso attribuita a bande criminali dedite a rapimenti ed estorsioni, più che a gruppi jihadisti strutturati.
Le autorità nigeriane hanno più volte respinto l’accusa di un genocidio contro i cristiani, sostenendo che i gruppi armati colpiscono indiscriminatamente. Tuttavia, dopo la decisione di Trump, annunciata già a novembre, di preparare un possibile intervento militare e la minaccia di tagliare gli aiuti, la cooperazione tra Abuja e Washington si è intensificata.
«Gli attacchi di precisione contro obiettivi terroristici sono stati effettuati in coordinamento con il governo nigeriano», ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri di Abuja, aggiungendo che «la violenza terroristica, contro cristiani o musulmani, è un affronto ai nostri valori».
Si tratta della seconda azione militare contro l’Isis ordinata da Trump nell’arco di pochi giorni, dopo i recenti raid in Siria in risposta all’uccisione di due soldati americani. «Sotto la mia guida gli Stati Uniti non permetteranno al terrorismo islamico di prosperare», ha scritto il presidente su Truth Social, avvertendo che ulteriori azioni potrebbero seguire se le violenze continueranno.






